giovedì 24 gennaio 2008

Dressage di Bernard Montorgueil




I riti dell'omaggio erano stati compiuti e l'interrogatorio educativo era appena cominciato. Ma l'allievo schiavo, la gola stretta, non riusciva a rispondere. Temibilmente calma, la voce del Padrone insisteva:
"Perché sei così angosciato, ragazzo mio? Non hai commesso sbagli, che io sappia? Non ti ho preannunciato nessuna punizione particolare. Allora?"
Ancora una volta l'allievo schiavo aprì la bocca, ma non poté articolare una parola. Rinunciando, abbassò la testa. Le sue mani, che pendevano inerti, tremavano un poco.
"Ebbene? Ho fatto una domanda, mi pare. Sto aspettando!"
Era spesso così all'inizio di una seduta. Appena s'inginocchiava, ignorando l'umore del Padrone, incerto su quali sarebbero state le sue esigenze o le sue crudeltà, ogni volontà si annichiliva in lui, assorbita come acqua sulla sabbia dalla potente personalità che lo dominava. In quei momenti, conservava appena la forza d'ubbidire ? per riflesso ? a degli ordini, ma quasi mai quella di rispondere a delle domande. Solamente la frusta riusciva a spezzare quell'ansietà paralizzante, atroce e deliziosa nello stesso tempo. E perciò, pur temendo le prime sferzate, qualcosa in lui le aspettava, un po' come una liberazione. Ma, per il momento, nulla ancora ne faceva presagire l'arrivo.
"Hai fortuna ? riprese il Padrone.? Ci sono giorni in cui ti avrei già strapazzato un po' i seni per slegarti la lingua! Ma, tuttavia, non abusare della mia pazienza, il vento potrebbe girare... E smettila di tremare così! E' assurdo. Scommetto che il tuo petto è tutto sudato. Te lo chiedo un'ultima volta: perché sei così angosciato? Rispondi!"
Con un enorme sforzo lo sventurato balbettò: "Non... non so".
"Ah, tu non lo sai! E non sai nemmeno che non ammetto questo genere di risposte? Dimmi! Lo sai? Avvicinati!"
Appena l'allievo fu alla sua portata, la mano del Padrone si posò sui pantaloni, proprio sopra gli organi e, senza sbottonare, palpò.
"Naturalmente, sei in erezione! Senza ordini! E per questo che tremavi, imbecille! Invece di confessare e di scusarti! Ti avrei senza dubbio perdonato, oggi. E da quando sei così?"
"En... entrando Padrone".
"Ah sì! Senza permesso... da quando mi hai visto! Insolente! T'insegnerò io! In piedi! E mettiti nudo! Ti do cinquanta secondi".
Febbrilmente, l'allievo schiavo ubbidì. Maldestramente, mentre la voce del Padrone inesorabilmente contava, s'indaffarava. Ma non ebbe il tempo di finire. Mentre si disfaceva la cravatta, il Padrone si alzò e gli accarezzò il sedere. Le natiche ebbero una contrazione. Innervosito senza dubbio da questa reazione, il Padrone rialzò bruscamente i lembi della camicia e li immobilizzò nel collo. Poi prese sul tavolo un grosso staffile.
"Alza le braccia! "
Impugnando con una mano il membro in erezione, con l'altra brandì lo strumento e di volata l'abbatté sul sedere. Il sussulto dello schiavo fu naturalmente contenuto dall'immobilizzazione della sua verga. Già una seconda sferzata mordeva la tenera carne... Ebbe un grido soffocato. Poi una terza... poi altre cinque... Poi ancora cinque, intervallate irregolarmente. Poi due fortissime, senza intervallo. Dopo di che, gettando lo staffile, il Padrone tornò a sedersi. L'allievo schiavo cominciava a massaggiarsi le natiche gemendo, poi, ricordandosi di colpo la regola e spaventato dal fatto che il suo gesto potesse essere giudicato tardivo, si gettò alle ginocchia del Padrone e gli baciò la mano.
"Era ora, ragazzo mio! Per poco non dovevo ricominciare. E sarebbero stati venti colpi questa volta, dieci per la mancanza, dieci per avermi disturbato. Ma non parliamone più. Adesso, fammi il tuo rapporto sessuale. E prima di tutto: che cosa c'è stato di notevole nella tua ultima lezione? Quando era?
"... Undici giorni fa, Padrone".
"Di cosa ti ricordi in modo particolare?"
"Mi avete letto qualcosa, con delle immagini. Era molto... "
"Molto educativo, diciamo. Ci hai ripensato?"
"Oh sì, Padrone".
"Bene. Avrai il seguito. E poi cosa ancora, l'ultima volta?"
"Mi avete legato sul divano, con gli occhi bendati, mi avete spalmato sul membro un unguento straordinario. E mi avete manipolato a lungo... a lungo vietandomi di godere. E mi parlavate senza sosta, con dolcezza, di cose crudeli... era sconvolgente".
"Ricominceremo. Ma la prossima volta, per cambiare, ti attaccherò su una sedia chiodata. Molto educativo anche, vedrai"
"Oh... su dei chiodi? ... Bene... Grazie, Padrone"
"Ottima risposta. Per ricompensa... tieni, ti permetto di leccarmi la mano".
Mentre l'allievo, con un piacere torbido, si affrettava a rendere quel servile omaggio, il Padrone, per umiliarlo, gli toccava, con la punta del piede, i testicoli. Dopo che la lingua, lentamente, era stata passata due o tre volte sul palmo tutt'intero, lo schiavo si azzardò a prendere in bocca un dito e, devotamente, lo succhiò. Quest'atto, era evidente, lo turbava molto a causa di quello che evocava.
"Basta leccare, adesso! - disse il Padrone all'improvviso - Sento che ciò ti dà delle idee sconvenienti. Riprendiamo il tuo rapporto. Dall'ultima lettura, ti sei masturbato?"
"Sì, Padrone. Due volte".
"Precisa meglio!"
"Una volta è stato nel mio bagno... E l'altra volta... guardando certe fotografie in cui voi mi educate".
"Quali fotografie?"
"Quelle del primo giorno in cui voi vi siete mostrato nudo... "
"In onore al tuo sverginamento, sì. E poi?"
E poi quella in cui mi possedete davanti allo schiavo-servo picchiandomi con le verghe affinché mi aprissi meglio. Giunto a questa, ho goduto".

CONTINUA
http://www.reneekaren.com/Azotainaseroticas/Relatos/italiano/Dressage.htm

(grazie ad asswhipped femdomitalia.org per il link)

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' bellissimo!!!