Racconta Sheree: "Direi che ci sono state tre fasi principali nella nostra relazione. La prima fase è stata la nostra vita personale - solo lui ed io e tutte le cose pazze, selvagge e divertenti che abbiamo fatto insieme durante i primi due anni. Anche se ho fotografato tutto, questa documentazione era solo per noi. I successivi cinque anni, la seconda fase, sono stati dedicati all'organizzazione della comunità sadomaso, che non era mai stata sviluppata prima di allora. L'SM è stato un aspetto molto importante delle nostre vite. Ci abbiamo creduto abbastanza per riversare tutte le nostre energie nel fare dell'SM un movimento nazionale e creare spazi pubblici e comunitari a questo scopo. Siamo diventati portavoce del movimento sadomaso, tenendo conferenze e dimostrazioni e sensibilizzando il pubblico sulla comunità SM. Al giorno d'oggi è andato ben oltre le nostre aspettative ma a quel tempo il movimento SM stava appena cominciando. E, poiché abbiamo ottenuto risposte così positive all'interno della comunità SM, abbiamo accarezzato l'idea di portare l'SM nel mainstream. Quello fu l'inizio della terza fase, la fase dell'arte."
Bob Flanagan aveva imparato a combattere il dolore della malattia che pervadeva la sua vita con le pratiche sadomaso, era riuscito ad esorcizzarlo, a trasmutare il dolore in piacere masochistico al punto tale di trasformare questa pratica in una performance artistica da esibire in pubblico come forma d'arte, lui era l'opera vivente esposta e Sheree era l'artista creatrice e dominante.
Il Supermasochista, era questo il suo nickname perche' aveva fondato la sua relazione con la moglie come stile di vita sadomaso sugellato da un contratto di schiavitu': lui era il suo schiavo, e più lei abusava di lui (fisicamente o mentalmente) più cresceva il suo desiderio per lei.
Dal privato al pubblico esibito: in Auto erotic SM, performance artistica tenuta a Los Angeles nel 1989, Bob Flanagan proiettando diapositive sanguinose della sua malattia portava avanti una serie di atti sessuali sadomaso con la sua partner Sheree Rose e concluse inchiodando il suo pene a una tavola di legno.
Fu anche protagonista di un video musicale dei Nine Inch Nail, Happiness in Slavery del 1992, qui visibile la versione originale non censurata.
Nine Inch Nails: Happiness In Slavery (Uncensored) (1992)
Nel 1997 e' uscito il documentario di Birby Dick
SICK the life and death of Bob Flanagan, Supermasochist
Qui trovate una interessante recensione di A. Bruzzone:
Questo pluripremiato ed avvincente documentario biografico, è un vero e proprio testamento voluto da Flanagan per raccontare la sua esperienza sino alla morte; una morte che il performer vedeva avvicinarsi sempre più, con crisi respiratorie e ricoveri sempre più lunghi e dolorosi.
Il regista Kirby Dick è molto efficace nell’accompagnare Bob nel suo racconto, da cui traspare l’immagine di un artista controverso ma pieno di voglia di vivere, e decisamente battagliero; un uomo ironico e intelligente, convinto e orgoglioso della propria identità e del valore della sua esperienza. Ma se il taglio (auto)biografico costituisce un punto di forza del documentario, per altri versi ne è anche l’insuperabile limite: per quanto Flanagan non lesini affatto in humor nero e anticonformismo, la sua caratterizzazione nel documentario è decisamente agiografica. E non poche sono le occasioni (le relazioni con i genitori e il fratello, la sua conflittuale religiosità cattolica…) in cui sorgono dubbi sull’obiettività del racconto. Ovviamente per quanto la fibrosi cistica abbia una parte rilevante sia nella narrazione, sia nella stessa poetica artistica di Flanagan, nondimeno il masochismo non è mai in secondo piano. Anzi, è ben presente in un florilegio di tutte le sue declinazioni: spanking, frustate, bondage, umiliazioni, immobilizzazioni, tagli, chiodi, penetrazioni anali con vari oggetti, sospensioni aeree, e quant’altro. Le immagini sono piuttosto forti, coinvolgendo spesso i genitali del protagonista; per questo, sono costate al documentario diversi problemi con la censura. (...)
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